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mercoledì 30 gennaio 2013

Intervista su La Stampa per Federico Taddia


B come bacio


FEDERICO TADDIA

Una sigaretta spenta sulla schiena come suggello animalesco di un godimento pagato pochi euro. E il dolore lancinante della pelle che brucia, insieme alla dignità e al proprio essere donna. La ricorderà per sempre la prima notte da prostituta Anne Smith, brasiliana di 42 anni, costretta a vendersi per 7 anni in Spagna e in Italia. Prima di evadere dalla «prigione senza sbarre delle puttane», e trovare la forza per rifarsi una vita, vincendo pregiudizi, umiliazioni e le tracce indelebili impresse nel corpo e nella mente.

«Una verità che non è dura da raccontare» - spiega Anne, autrice del libro «Memorie di una prostituta» - «Ma è dura da ascoltare, poiché ci si rende conto di quanto sia meschino l’uomo». A 29 anni, con una laurea in educazione in tasca, Anne dopo il divorzio lascia il Brasile e i suoi 2 figli per cercare fortuna in Europa: sogna di fare la ballerina e trova la promessa di un lavoro a Valencia. Il paradiso auspicato si materializza però in una banda criminale che gestisce un night dove le donne vengono piazzate come merce. Non ha vie d’uscita: resiste solo grazie al pensiero fisso dei suoi bambini e alle due bottiglie di whisky che si scola ogni giorno per non capire. L’illusoria salvezza ha il volto di un cliente che si invaghisce della sua intelligenza: denuncia i proprietari del locale e le paga un biglietto di sola andata per l’Italia. Giunta nel nostro paese la donna si iscrive all’Accademia di fotografia. Nessuno la aiuta, servono soldi e la «gabbia invisibile» ritorna: alla gente non interessa la sua testa, vuole il corpo.

«Mi sono aggrappata ai miei studi di psicologia e ho fatto terapia su me stessa, imparando a difendermi, a trasformare le mie difficoltà in punti di forza, a ribellarmi all’idea di essere una scatola da usare: da lì è iniziato il mio riscatto». Oggi Anne vive in Umbria, fa l’inteprete e la fotografa, e il solo essere sfiorata da un maschio le dà disgusto e terrore. «Non credo più nell’amore: tra i clienti ho avuto troppi uomini sposati, e provo tanta pena per quelle donne che non sanno che bestie si ritrovano in casa».